L'Approccio

La ricerca pedagogica nell’ultimo secolo ha chiarito come l’apprendimento abbia fra i suoi prerequisiti l’esperienza diretta, laddove con apprendimento identifichiamo un processo di reale consapevolezza e autonomia. Gli autori nostrani che per primi incarnano questo approccio, dalla Montessori a Don Lorenzo Milani a Malaguzzi, seppur con declinazioni diverse, entrano a far parte della progettazione educativa in maniera discontinua, meccanica e appannaggio di una utenza privilegiata, il che disattende i principi di eguaglianza e diffusione di cui si facevano originariamente portatori. È in quest’ottica che l’educazione diffusa supera le barriere fra scuola e società e che l’educazione in natura, che tanto è entrata a far parte del dialogo pedagogico, riguarda oggi i nostri luoghi abituali, i nostri contesti naturali di crescita, non bucoliche ritrattazioni dell’esperienza umana in fuga dalla città e dal proprio contesto di vita.

L’apprendimento è una continua contrattazione con il proprio contesto, uno scambio circolare nutrito da motivazione ed emozioni che attiva gli aspetti cognitivi, corporei e affettivi di tutti gli attori in esso coinvolti. È così possibile rinsaldare il legame col territorio fornendo contemporaneamente strumenti di approfondimento dell’esperienza educativa, incentivare esperienze di crescita autonoma e autodeterminazione tramite un consolidamento di saperi collettivi condivisi da cui attingere, misurarsi con gli apprendimenti indicati dal Miur, descritti in un prezioso documento che evidenzia gli aspetti chiave dell’educazione dei bambini:

“Le discipline, così come noi le conosciamo, sono state storicamente separate l’una dall’altra da confini convenzionali che non hanno alcun riscontro con l’unitarietà tipica dei processi di apprendimento. Ogni persona, a scuola, come nella vita, impara infatti attingendo liberamente dalla sua esperienza, dalle conoscenze o dalle discipline, elaborandole con un’attività continua e autonoma” (Miur, Indicazioni nazionali per il curriculo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione, 2012).

I fondamenti epistemologici di tale affermazione identificano l’apprendimento come un’esperienza profonda di tipo processuale con la scoperta attiva del sapere, non con un passaggio di contenuti, e considerano l’esperienza formativa come globale e trasversale a saperi cognitivi, come quelli linguistici e matematici, ma anche creativi e simbolici, corporei e affettivi. 

Il nostro approccio ne tiene conto in ogni aspetto della progettazione, sia essa rivolta ad ambienti educativi formali -come la scuola statale- che ad ambienti informali.

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